Benvenuti Friends e Followers

Cucinare è un pò raccontarsi e mettersi al servizio degli altri, condividendo momenti di intimità genuina quali quelli che solo a tavola possono apprezzarsi e viversi senza condizionamenti.
Questo blog quindi non intende dispensare lezioni culinarie (per le quali non sarei titolato) nè consigli gastronomici.

Semplicemente, l'idea è quella di un luogo di libero accesso dove archiviare e descrivere le ricette delle pietanze da me preparate per gli amici, più o meno intimi, per i colleghi o gli ospiti che spesso mi omaggiano della loro compagnia e siedono al tavolo di casa mia, rendendomi partecipe della loro vita.

E siccome la cucina è anche un luogo di condivisione dell'esperienza del gusto e del sapore, se ti va, segnalami la tua ricetta, la ospiterò con piacere su questo spazio virtuale.


Infine, grazie per aver visitato il mio blog.


Zio Forty

Il Pitone fritto alla messinese

"U’ pituni frijutu a missinisa” ripieno di tuma o primo sale e scalora riccia (indivia)  è un tipico esempio di street food Messinese. Qualcuno con beffarda insipienza culinaria lo definisce un panzerotto o un calzone! Orrore Orrore Orrore, triplo Orrore direbbe la nota marchesa ed amica Daniela del Secco d'Aragona.
La pasta del pitone infatti a differenza di quella dei panzerotti o dei calzoni, deve essere sottile, sfogliata, croccante e friabile. Il pitone o pidone si può fare anche al forno ma datemi retta: è fritto che darà la massima soddisfazione facendovi sentire un re. 

Ovviamente la ricetta che vi propongo è quella di "famigghia" la cui origine si perde nella notte dei tempi....


INGREDIENTI (per circa 10 pezzi)
  • 500 grammi di farina di grano duro
  • 200 grammi di tuma fresca o primo sale (se proprio non li trovate, può andare la scamorza)
  • 30 grammi di acciughe sottosale pulite
  • 3 cucchiai di olio evo q.b. 
  • 50 grammi di strutto (facoltativo ma la ricetta tradizionale lo esige)
  •  2 cucchiani rasi da caffè di zucchero
  • 1/2 bicchiere di vino bianco o rosso
  • 1 cespo ben pieno di scarola riccia
  • sale e pepe q.b.
  • olio di arachidi per friggere
NB. La ricetta tradizionale del pitone o pidone fritto alla messinese, come dicevo, non prevede una pasta lievitata. Se preferite invece un pidone tipo calzone o panzerotto soffice e gonfio aggiungete alla lista degli ingredienti un panetto di lievito di birra da 25 g o per i salutisti 40 g di lievito madre essiccato e fate riposare l'impasto per almeno 1 ora. Se gradite potete pure aggiungere dei pomodorini, ma se lo fate, prediligete allora la versione del pitone lievitato, perchè durante la cottura i pomodori rilasciano acqua e se incontrano un impasto non deciso e strutturato potrebbero romperlo in frittura con fuoriuscita degli ingredienti.

PREPARAZIONE


In una ciotola versate la farina, il sale e lo zucchero e mescolate insieme. Aggiungete quindi il bicchiere di vino ed i 3 cucchiai di olio evo ed incominciate ad amalgamare gli ingredienti. Incorporate lo strutto e lavorate, aggiungendo se del caso ulteriore acqua e/o farina, sino a quando non avrete ottenuto un impasto corposo, ben legato e non troppo morbido che farete riposare per circa 30 minuti dopo averlo avvolto in un canovaccio e riposto in un luogo al riparo da correnti.



Nel frattempo lavate e tagliate la scarola e riducete a pezzetti il formaggio e le acciughe. Versate il tutto in una citola e marinate con olio evo, sale e pepe.

Recuperate adesso l'impasto, lavoratelo velocemente e sbattetelo un paio di volte sul piano da lavoro per riattivare la maglia glutinica. Ricavate circa 8/10 porzioni singole di impasto, tutte di egual misura.  Ogni porzione andrà stesa con il mattarello sino a formare un disco sottile di circa 3/4 mm e di 13/15 cm di diametro. Su di una parte del disco andranno adagiati la scarola, il formaggio e le acciughe, che nel frattempo sono stati lasciati a marinare.  Ripiegate adesso la parte libera del disco sulla parte farcita dandogli la forma di una mezzaluna e sigillate i bordi  utilizzando i rebbi di una forchetta.



Mettete sul fuoco una padella con abbondante olio e appena raggiunta la temperatura di circa 165 gradi incominciate a friggere i pitoni, al massimo tre per volta, in base alla grandezza della padella ed in completa immersione, rigirandoli ripetutamente e  delicatamente, fino a che non si sarà raggiunta la giusta doratura. Appena cotti i pitoni vanno subito adagiati per 1 minuto su carta assorbente per ridurre l'olio in eccesso. Si gustano ben caldi....mmmm una delizia! 


9 commenti:

  1. Non vedo l'ora di testare questa ricetta!!! mi fa tornare alla mente i bei momenti trascorsi nel messinese.

    Avanti così, zio Forty

    Marco

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    1. Grazie per la ricetta 😁
      Sono venuti buonissimi!!!!
      (senza lievito) croccanti come quelli della rosticceria.

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  2. grazie caro Marco! prossima ricetta gli Arancini al ragù

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  3. Ciao Zio Forty,

    Sono messinese e da buon tradizionalista non posso fare a meno dei pitoni proprio la sera della vigilia di Natale.
    Proprio così, noi la vigilia di Natale facciamo i pitoni e il baccalà fritto nella pastella.
    Non facciamo il tipico cenone perchè la serata finisce con la Messa di mezzanotte e dopo una scorpacciata di pesce sarebbe veramente difficile partecipare ad una importante funzione.
    Da messinese sai cosa significa per noi "scorpacciata di pesce".
    Senza tralasciare tutto quello che gira attorno al "Pantano di Ganzirri" immancabile sulle nostre tavole.
    Quanto sopra lo rimandiamo di una settimana e poi ...vai col Cenone di Capodanno a base di pesce.

    Ma torniamo ai nostri Pitoni.
    Ti volevo dire che ho trovato interessante la tua puntualizzazione: "La ricetta tradizionale del pitone fritto alla messinese non prevede una pasta lievitata".
    Questa volta voglio provare come dici tu e poi ti farò sapere.
    Ciao, Nicolò.

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    1. grazie Nicolò per il tuo commento. fammi sapere allora come è andata la prova! attendo tue..
      zioforty

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. io adoro i pitoni senza lievito: quelli dall'Ancora, all'imbarco navi Caronte, sono strepitosi! friabili, stuzzicanti, mai intrisi di olio...proveró a riprodurli a casa...grazie Mario!

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  6. Dimentichi la semola di grano duro, da sostituire al 50% di farina.

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